Incompreso
Il film del 1966 narra la storia del diplomatico britannico Duncombe, che lavora nel consolato a Firenze.
Ben presto si ritrova vedovo e con due figli: Andrea di 8 anni e Milo di 4.
Egli cerca in qualche modo di far fronte a questa situazione: assume un'austera governante, tratta da persona adulta il figlio maggiore (al quale bruscamente comunica la morte della mamma) e vezzeggia il più piccolo.
Andrea viene indotto da tale atteggiamento a rinchiudersi in sé stesso, mentre sente vivissimo il dolore per la morte della mamma e ne coltiva l'affetto con mille nascoste manifestazioni.
Si abbandona alle monellerie tipiche della sua età, guadagnandosi una serie di rimproveri che lo feriscono ancor di più; al contrario, il vivace Milo appare sempre come la vittima del fratello.
Dell'errato atteggiamento del console si accorge soltanto lo zio Will (un giorno trova persino Andrea ubriaco), che lo invita a trattare con maggiore benevolenza il figlio maggiore.
Duncombe però, dopo avere promesso ad Andrea di portarlo con sé a Roma e poi a Londra, lo castiga per un'ennesima bravata di Milo che si inzuppa i vestiti di acqua rivolgendosi contro di proposito il getto della canna, mentre il fratello lava l'auto del padre.
Ammalatosi di tonsillite, Milo viene ricoverato in clinica ed operato.
Nonostante Andrea cerchi di spiegare quanto accaduto al padre, questi testardamente continua a non credergli, ignorandolo.
Questa ennesima incomprensione avvilisce ulteriormente Andrea, che teneva moltissimo a passare un po' di tempo con il padre.
Sempre più rinchiuso in se stesso, torna a sfidare il pericolo arrampicandosi su un ramo penzolante sopra un laghetto.
Viene però scoperto da Milo che, incurante dei richiami, pure si arrampica, causando la rottura del ramo e la caduta in acqua del fratello.
Le conseguenze sono tragiche: Andrea subisce una lesione alla colonna vertebrale.
Duncombe, avvisato confusamente del fatto, corre immediatamente a sincerarsi delle condizioni di Milo. Solo in un secondo momento viene a sapere dello stato di Andrea.
Il figlio, disteso su un divano e molto pallido in volto, rivela a Duncombe tutta la sua angoscia per la morte della mamma, e afferma di aver creduto che il padre non gli volesse bene.
Solo allora Ducombe capisce di aver sbagliato in tutto e completa un tema scritto da Andrea che racconta del rapporto di amicizia tra padre e figlio, che era rimasto incompleto perché il bambino non aveva mai ricevuto dal padre parole di stima.
Andrea, molto felice per le tanto attese parole di Duncombe, gli muore tra le braccia e si ricongiunge alla mamma.
Anthony Quayle: Console Duncombe
Stefano Colagrande: Andrea
Simone Giannozzi: Milo
Giorgia Moll: Signorina Judy
John Sharp: Zio Will
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