martedì 19 luglio 2011

Ricordi da....Paura

Profondo Rosso è un film del 1975 diretto da Dario Argento.


Profondo Rosso appresenta, secondo molti critici cinematografici e molti appassionati, il miglior film di Argento.

Fin dalla sua uscita nelle sale, la pellicola ebbe un ottimo successo di pubblico e, col passare degli anni, divenne un film di culto, grazie anche ai terrificanti effetti speciali, cui mise mano anche Carlo Rambaldi, e alla musica, composta dal pianista jazz Giorgio Gaslini con l'ausilio del gruppo rock progressive dei Goblin.

Una scena di tanti anni prima, in una antica casa viene commesso un delitto, sotto gli occhi terrorizzati di un bambino.


Anni dopo, un congresso di parapsicologia Helga Ulman è una sensitiva che afferma di poter sentire i pensieri degli altri. 


Ma, proprio mentre sta parlando, incomincia ad urlare disperata: ha percepito pensieri maligni da una delle persone presenti in sala.

La notte stessa Helga viene uccisa; Marc (David Hemmings), pianista inglese che vive a Roma e abita nel suo stesso palazzo, assiste all'assassinio mentre, sotto casa, sta chiacchierando con l'amico Carlo (Gabriele Lavia).
 

Prova a soccorrere Helga, ma non c'è più nulla da fare mentre l'assassino si allontana nel suo impermeabile nero.

Marc, con l'aiuto di Gianna Brezzi (Daria Nicolodi), giovane giornalista dall'aria aggressiva e determinata, tenta di venire a capo di questa storia, ma l'assassino continua la sua "opera", in una serie di delitti che in apparenza non hanno alcun legame tra di loro ma in realtà fanno parte di un "piano" che, nella sua lucida follia, ha elaborato per eliminare le tracce di un delitto da lui stesso commesso molti anni prima.
 

La chiave di tutto è in un'inquietante villa abbandonata, dove Marc si recherà in cerca di qualcosa che lo aiuti a comprendere il senso di questa storia, che troverà in una stanza murata tanti anni prima, ma la verità non è quella che sembra.

Marc vede finalmente il killer. 


Il suo volto è quello di Marta, la pazza madre di Carlo, che - quando quest'ultimo era ancora piccolo - aveva assassinato sotto i suoi occhi il padre, che voleva ricoverarla in clinica perché malata di mente.
 

Marta cerca di colpire Marc con una mannaia, finendo però incastrata nelle inferriate dell'ascensore, per colpa di un ciondolo di metallo con grossi elementi.
 

Il pianista preme allora il tasto per far scendere l'ascensore, e la donna rimane decapitata dalla sua stessa collana.
 

I titoli di coda, accompagnati dall'angosciante tema musicale, scorrono su una macchia rosso sangue, in cui si vede riflesso il volto del protagonista.
 


David Hemmings: Marcus Daly

Gabriele Lavia: Carlo

Macha Méril: Helga Ulmann

Daria Nicolodi: Gianna Brezzi

Eros Pagni: comm. Calcabrini

Giuliana Calandra: Amanda Righetti

Piero Mazzinghi: Bardi

Glauco Mauri: prof. Giordani

Clara Calamai: Marta (madre di Carlo)
 

venerdì 8 luglio 2011

Ricordi da....Leggere

L'Intrepido è stata una rivista settimanale per ragazzi uscita ininterrottamente dal 1935 sino al 1998.


Nei primi anni di edizione, il giornale ospitava per lo più fumetti avventurosi italiani e stranieri, tra cui Dick l'Intrepido, che diede il titolo alla rivista. 

Dagli anni cinquanta appaiono i primi fotoromanzi e le prime rubriche e pagine didattiche. 

Dal 1963 prendono sempre più spazio le pagine dedicate allo sport, in particolare al calcio. 

Celebri anche le pubblicità ospitate, dove fanno la comparsa i mitici occhiali a raggi x per vedere attraverso i vestiti.

Dagli anni settanta, l'Intrepido comincia sempre più a rivolgersi ad un pubblico giovane, in età adolescenziale o superiore, lasciando la fascia di età preadolescenziale al "cugino", Il Monello. 


Nascono personaggi destinati ad avere un breve ma intenso successo, come Billy Bis, Lone Wolf e Ghibli.


Nel 1982 la testata cambia diventando Intrepido Sport e accentuando sempre più la commistione tra sport (soprattutto calcio) e fumetti, affidando il coordinamento della redazione sportiva all'ex direttore della Gazzetta dello Sport, Gualtiero Zanetti. 

Arriva a vendere in media 700 mila copie. 

Nel 1987 un cambio di formato lo trasforma in rivista a tutti gli effetti con sempre meno fumetti e sempre più sport. 


Dal 1992 la svolta: gli ormai pochi fumetti hanno un taglio meno spensierato, i contenuti della rivista vengono giudicati "forti", tanto da far subire ad alcuni autori un processo per oltraggio alla morale


Nel 1994 diventa un mensile, poi un bimestrale, e sono gli ultimi tentativi di sopravvivenza fino alla definitiva chiusura nel 1998.