Mototopo e Autogatto.
I cartoni animati di Mototopo e Autogatto ("Motormouse and Autocat" nell'originale americano) sono stati prodotti dalla ditta Hanna & Barbera nel 1970 e riscossero un notevole successo di pubblico soprattutto in Italia.
Si trattava del classico inseguimento fra il gatto e il topo, solo che questa volta lo facevano a bordo di due veicoli; da una parte Autogatto con le sue auto super tecnologiche, dall'altra Mototopo con la sua solita mini-moto stile Harley Davidson.
Autogatto era un geniale meccanico, che all'interno del suo garage, inventava delle macchine con dei supermotori, mentre Mototopo era un piccolo topolino che abitava in una tana all'interno del garage; era dotato di una piccola moto, e riusciva sempre a sfuggire al gatto meccanico che gli dava la caccia con le sue automobili sofisticate.
Questo perché Autogatto era tanto geniale quanto maldestro e le sue invenzioni gli si ritorcevano sempre contro, sia per la furbizia di Mototopo, che era sempre pronto ad intuire le mosse del suo avversario, sia perché non era in grado di manovrare la macchina, che sfuggiva sempre al suo controllo.
Gli episodi pur avendo avuto un unico tema, sono sempre stati divertenti e fantasiosi e non mancavano di stupire soprattutto il pubblico di giovanissimi.
giovedì 30 giugno 2011
martedì 21 giugno 2011
Ricordi da....Merenda
L'indimenticabile merendina Ciu' Ciu' della Tettamanti era una merendina molto simile alla Fiesta ma molto più buona ed anche molto più ipocalorica.
Si dice che la ricetta originale sia stata smarrita ed anche colossi come Mulino Bianco, Nestle', Motta, Ferrero non siano più riusciti a riproporla.
Quando aprivi la merendina, lo strato di cacao rimaneva sempre attaccato alla confezione e quasi sempre si doveva intervenire con dita o lingua per recuperarlo .
Venivano anche regalati con le merendine il mitico pallone Super Tele e le figurine dei calciatori della Panini.
giovedì 16 giugno 2011
Ricordi da....Campioni
C'era una volta un uomo che improvvisamente dalla fame e dalla povertà sconfisse un elegante pugile italiano e divenne campione del mondo dei pesi medi.
Carlos Monzón (San Javier, 7 agosto 1942 – Los Cerrillos, 8 gennaio 1995) è stato un pugile argentino.
Carlos Monzon irruppe improvvisamente una sera di Novembre del 1970 sui teleschermi degli italiani dando una lezione di pugilato al campione in carica Nino Benvenuti, distruggendo in dodici round l'idolo del momento della nazione sportiva.
Fu l'inizio di una cavalcata fatta di quattordici difese del titolo tutte vittoriose, ottenute contro gente del calibro di Emile Griffith, "Mantequilla" Napoles, Tony LiCata, Bennie Briscoe, Jean Claude Bouttier campione francese battuto in un epico match nel tendone da circo fatto allestire dall'attore Alain Delon in quel di Parigi, fino all'ultimo vittorioso match contro Rodrigo Valdès.
Quindi il ritiro da campione del mondo il 30 agosto 1977.
La vita di Monzon fuori dal ring è la storia di tanti personaggi "maledetti" che non sono riusciti a sfuggire al proprio tragico destino.
Matrimoni tra colpi di pistola della sua seconda moglie tradita con la più famosa modella argentina di allora, Susana Jimenez, amanti famose come Ursula Andress e Natalie Delon, botte e litigate furiose che sfoceranno nell'omicido della sua terza moglie, la modella uruguaiana Alicia Muniz, scaraventata fuori dalla finestra della loro residenza a Mar del Plata nella notte di San Valentino del 1988.
Poi la galera con la condanna ad undici anni per quell'omicidio, la voglia di mettere la testa a posto, meritando poi diversi permessi di libera uscita.
Ma come obbedendo ad un copione già scritto altre volte per questo tipo di personaggi, l'otto gennaio del 1995 per Carlos Monzon suona l'ultimo gong.
Deve tornare in prigione da un permesso ed è in ritardo, spinge a manetta la sua automobile che però esce di strada e si ribalta, uccidendolo sul colpo insieme ad un suo amico.
Si chiude così in modo tragico la vita di un personaggio che nella sua fame di riscossa sociale non riuscì a sconfiggere con un k.o. i demoni che si portava dentro da sempre.
Fu campione mondiale dei pesi medi dal 1970 al 1977.
La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
lunedì 13 giugno 2011
Ricordi da....Cartoni
Mr. Magoo è un personaggio dei cartoni animati creato nel 1949 da John Hubley per la United Productions of America (UPA), uno studio di animazione nato da ex disegnatori della Disney in rotta con la famosa casa di produzione.
I cartoni animati di Mister Magoo hanno come tema principale gli equivoci dell'incosciente, vecchietto che si caccia in un mare di guai.
La cosa straordinaria è che Mister Magoo passa icolume in mezzo a tutte queste avventure, in quanto è sempre accompagnato da una fortuna incredibile, che non lo abbandona mai.
Il 18 dicembre del 1962 Mister Magoo è stato protagonista di un film d'animazione trasmesso per la NBC TV, dove lo troviamo nei panni di Ebenezer Scrooge, in una rivisitazione in chiave umoristica del "Canto di Natale" di Dickens.
Il successo fu tale che furono prodotti altri film ispirati ai classici della letteratura che con Magoo nelle improbabili vesti di Robin Hood dalla mira infallibile, Long John Silver dell'Isola del tesoro, Cyrano de Bergerac, re Artù, Biancaneve e i sette nani, Guglielmo Tell, Capitan Kidd, Moby Dick, Sogno di una notte di mezza estate di Shakepeare e molti altri.
Mr. Magoo è un ricco pensionato, basso e molto miope.
A causa della sua debole vista si trova continuamente nei guai, in genere senza rendersi assolutamente conto dei pericoli che corre e delle disavventure che gli capitano.
Ha un nipote di nome Waldo e un cane di nome McBarker.
La cosa straordinaria è che Mister Magoo passa icolume in mezzo a tutte queste avventure, in quanto è sempre accompagnato da una fortuna incredibile, che non lo abbandona mai.
Il 18 dicembre del 1962 Mister Magoo è stato protagonista di un film d'animazione trasmesso per la NBC TV, dove lo troviamo nei panni di Ebenezer Scrooge, in una rivisitazione in chiave umoristica del "Canto di Natale" di Dickens.
Il successo fu tale che furono prodotti altri film ispirati ai classici della letteratura che con Magoo nelle improbabili vesti di Robin Hood dalla mira infallibile, Long John Silver dell'Isola del tesoro, Cyrano de Bergerac, re Artù, Biancaneve e i sette nani, Guglielmo Tell, Capitan Kidd, Moby Dick, Sogno di una notte di mezza estate di Shakepeare e molti altri.
venerdì 10 giugno 2011
Ricordi da....Scuola
Prima che zaini e zainetti vari prendessero il sopravvento, "la cartella" era parte indispensabile del corredo dello studente.
Negli anni sessanta la cartella era di pelle vera, marrone con la superficie stampata a mo' di pelle d'elefante o di rinoceronte.
Simile ad una 24 ore, si poteva trasportare sia reggendola per il manico, come una piccola valigia, sia agganciando delle sottili bretelle per indossarla come uno zainetto.
Era una cartella che esprimeva la solennità ed il rispetto dovuto all'impegno scolastico che in quegli anni aveva ancora un significato preciso ed importante di inclusione sociale.
Sapeva di cuoio e di matite, lo stesso rassicurante odore della scuola
Poi successivamente negli anni 70 si è evoluta e sono stati utilizzati materiali più morbidi e confortevoli come la vilpelle o la plastica, prendendo anche un aspetto meno sobrio e più divertente.
Nellla cartella mettevano i quaderni, i libri di lettura e il sussidiario, l'astuccio con la matita, la gomma, il temperino, la penna e i colori pastello.
Poi verso la fine degli anni 70 le cartelle sparirono dalle spalle e da sotto i banchi.
Al loro posto colorate cinghie elastiche con fibbie luccicanti che riproducevano di volta in volta l'appartenenza ad una corrente politica, ad una squadra di calcio, al fan club di un cantante o di un programma televisivo.
I più benestanti le avevano di pelle o di tessuto ultratecnologico antistrappo, i più fantasiosi riciclavano vecchie cinture cuoio.
Negli anni sessanta la cartella era di pelle vera, marrone con la superficie stampata a mo' di pelle d'elefante o di rinoceronte.
Simile ad una 24 ore, si poteva trasportare sia reggendola per il manico, come una piccola valigia, sia agganciando delle sottili bretelle per indossarla come uno zainetto.
Era una cartella che esprimeva la solennità ed il rispetto dovuto all'impegno scolastico che in quegli anni aveva ancora un significato preciso ed importante di inclusione sociale.
Sapeva di cuoio e di matite, lo stesso rassicurante odore della scuola
Poi successivamente negli anni 70 si è evoluta e sono stati utilizzati materiali più morbidi e confortevoli come la vilpelle o la plastica, prendendo anche un aspetto meno sobrio e più divertente.
Nellla cartella mettevano i quaderni, i libri di lettura e il sussidiario, l'astuccio con la matita, la gomma, il temperino, la penna e i colori pastello.
Poi verso la fine degli anni 70 le cartelle sparirono dalle spalle e da sotto i banchi.
Al loro posto colorate cinghie elastiche con fibbie luccicanti che riproducevano di volta in volta l'appartenenza ad una corrente politica, ad una squadra di calcio, al fan club di un cantante o di un programma televisivo.
I più benestanti le avevano di pelle o di tessuto ultratecnologico antistrappo, i più fantasiosi riciclavano vecchie cinture cuoio.
mercoledì 8 giugno 2011
Ricordi da....Olimpiade
Novella Calligaris è nata Padova il 27 dicembre 1954 è una ex nuotatrice ed è stata la prima fra gli atleti italiani d'ambo i sessi a vincere una medaglia olimpica nel nuoto e a stabilire il primato mondiale (800m stile libero).
Per gli addetti ai lavori è certamente stata la più grande nuotatrice italiana, basti pensare che era già in piscina dall'età di quattro anni.
Esordì in nazionale a quattordici anni e ottenne il primo dei suoi 76 titoli italiani. A quindici anni, nel 1969, stabilì il primo dei suoi 21 record europei.
E' un'atleta che va ricordata perché nonostante fosse esile e minuta non era certo intimorita dalle statuarie rivali tedesco-orientali e statunitensi quando, nel 1972, in occasione delle Olimpiadi di Monaco di Baviera, conquistò la finale dei 400 metri stile libero e si classificò seconda; giunse inoltre terza negli 800 metri stile libero e nei 400 metri misti.
L'anno successivo, a Belgrado, divenne campionessa del mondo negli 800 metri stile libero; in quell'occasione stabilì il primo record mondiale nella storia del nuoto italiano.
Vinse inoltre cinque medaglie ai Campionati Europei.
Chiuse la sua splendida carriera a soli diciannove anni.
Nella sua pur breve carriera agonistica la Calligaris ha vinto anche 71 titoli italiani nel nuoto e battuto, oltre al record del mondo degli 800m stile libero, 22 record europei.
Dunque, nonostante il carattere decisamente difficile, la Calligaris diviene popolarissima: è grazie a lei che le famiglie italiane scoprono il nuoto e gremiscono i corsi in tutte le piscine dello stivale.
Piccola e minuta - solo 50 kg per 1,63 di altezza - Novella a inizio carriera è solo una gran combattiva, ma poi la tecnica si affina e l'azione si fa morbida e veloce.
Dopo il ritiro dall'attività agonistica ha ricoperto incarichi nel CONI e in altre federazioni sportive, inoltre ha collaborato con la RAI come commentatrice sportiva.
Nel 1986 è stata inserita nella International Swimming Hall of Fame, la Hall of Fame internazionale del nuoto.
Il 26 febbraio 2006 è stata portatrice della bandiera olimpica nel corso della Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali Torino 2006.
Per gli addetti ai lavori è certamente stata la più grande nuotatrice italiana, basti pensare che era già in piscina dall'età di quattro anni.
Esordì in nazionale a quattordici anni e ottenne il primo dei suoi 76 titoli italiani. A quindici anni, nel 1969, stabilì il primo dei suoi 21 record europei.
E' un'atleta che va ricordata perché nonostante fosse esile e minuta non era certo intimorita dalle statuarie rivali tedesco-orientali e statunitensi quando, nel 1972, in occasione delle Olimpiadi di Monaco di Baviera, conquistò la finale dei 400 metri stile libero e si classificò seconda; giunse inoltre terza negli 800 metri stile libero e nei 400 metri misti.
L'anno successivo, a Belgrado, divenne campionessa del mondo negli 800 metri stile libero; in quell'occasione stabilì il primo record mondiale nella storia del nuoto italiano.
Vinse inoltre cinque medaglie ai Campionati Europei.
Chiuse la sua splendida carriera a soli diciannove anni.
Nella sua pur breve carriera agonistica la Calligaris ha vinto anche 71 titoli italiani nel nuoto e battuto, oltre al record del mondo degli 800m stile libero, 22 record europei.
Dunque, nonostante il carattere decisamente difficile, la Calligaris diviene popolarissima: è grazie a lei che le famiglie italiane scoprono il nuoto e gremiscono i corsi in tutte le piscine dello stivale.
Piccola e minuta - solo 50 kg per 1,63 di altezza - Novella a inizio carriera è solo una gran combattiva, ma poi la tecnica si affina e l'azione si fa morbida e veloce.
Dopo il ritiro dall'attività agonistica ha ricoperto incarichi nel CONI e in altre federazioni sportive, inoltre ha collaborato con la RAI come commentatrice sportiva.
Nel 1986 è stata inserita nella International Swimming Hall of Fame, la Hall of Fame internazionale del nuoto.
Il 26 febbraio 2006 è stata portatrice della bandiera olimpica nel corso della Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali Torino 2006.
lunedì 6 giugno 2011
Ricordi da....Paura
Ci sono programmi televisivi per i quali è difficile stabilire in quale momento della nostra storia televisiva siano andati in onda tale è il loro grado di perfezione e di coinvolgimento dello spettatore.
Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre era uno sceneggiato TV francese del 1965, ispirato a un romanzo scritto nel 1927 da Arthur Bernède ed è stato diretto dal regista Claude Barma e sceneggiato da Jacques Armand.
Era il 15 giugno del’66 quando andò in onda sul secondo canale della Rai la prima puntata di Belfagor, il fantasma dei Louvre.
E da quella sera, per sei puntate, milioni di famiglie italiane restarono incollate davanti alla Tv ipnotizzate da quell’insolito sceneggiato francese, in cui una misteriosa figura nera si aggirava di notte per le sale deserte del Louvre.
Si trattava di una storia in bilico tra giallo e horror fantastico, che in Francia fu replicato solo due volte, ma in Italia a grande richiesta la RAI lo rimandò di nuovo in onda nel ’66, nel ’69, nel ’75 e infine su Raitre nell’88.
Lo spettacolo che una notte si presenta agli occhi di Gautrais, guardiano del Louvre di Parigi, è davvero agghiacciante: una spettrale sagoma vestita di nero si muove tra le statue del museo e nulla può fermarla, nemmeno i colpi della sua rivoltella.
Il fantasma, irresistibilmente attratto dalla statua del dio Belfagor, davanti a cui sosta impietrito, compare di nuovo ed uccide.
Il caso Belfagor è ormai sulla bocca di tutti i parigini, che confidano nell'abilità del commissario Ménardier per catturare lo spaventoso assassino.
Anche uno studente universitario di nome André Bellegarde, incuriosito ed affascinato dal mistero, decide di indagare per scoprire l’identità del fantasma.
Le tracce di Belfagor condurranno il giovane alla scoperta di un mondo nascosto, pervaso da scienze occulte e da sette segrete, nel quale André farà la conoscenza di singolari personaggi, a iniziare dalla bellissima Luciana Borel e dal suo inquietante amico Boris Williams, che sembra esercitare su Luciana uno strano potere.
Sarà lui con i suoi poteri a trasformare Luciana in Belfagor e a spingerla al suicidio finale.
Tra gli interpreti compaiono René Dary nel ruolo dei commissario Menardier, Franqois Chaumette in quello del l’aristocratico russo Boris Williams, Madame Sylvie nella parte di Lady Hodwyn e la giovane coppia formata da Christine Delaroche e Yves Renier, nei panni di Colette, figlia dei commissario, e Andrea Bellegarde.
Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre era uno sceneggiato TV francese del 1965, ispirato a un romanzo scritto nel 1927 da Arthur Bernède ed è stato diretto dal regista Claude Barma e sceneggiato da Jacques Armand.
Era il 15 giugno del’66 quando andò in onda sul secondo canale della Rai la prima puntata di Belfagor, il fantasma dei Louvre.
E da quella sera, per sei puntate, milioni di famiglie italiane restarono incollate davanti alla Tv ipnotizzate da quell’insolito sceneggiato francese, in cui una misteriosa figura nera si aggirava di notte per le sale deserte del Louvre.
Si trattava di una storia in bilico tra giallo e horror fantastico, che in Francia fu replicato solo due volte, ma in Italia a grande richiesta la RAI lo rimandò di nuovo in onda nel ’66, nel ’69, nel ’75 e infine su Raitre nell’88.
Lo spettacolo che una notte si presenta agli occhi di Gautrais, guardiano del Louvre di Parigi, è davvero agghiacciante: una spettrale sagoma vestita di nero si muove tra le statue del museo e nulla può fermarla, nemmeno i colpi della sua rivoltella.
Il fantasma, irresistibilmente attratto dalla statua del dio Belfagor, davanti a cui sosta impietrito, compare di nuovo ed uccide.
Il caso Belfagor è ormai sulla bocca di tutti i parigini, che confidano nell'abilità del commissario Ménardier per catturare lo spaventoso assassino.
Anche uno studente universitario di nome André Bellegarde, incuriosito ed affascinato dal mistero, decide di indagare per scoprire l’identità del fantasma.
Le tracce di Belfagor condurranno il giovane alla scoperta di un mondo nascosto, pervaso da scienze occulte e da sette segrete, nel quale André farà la conoscenza di singolari personaggi, a iniziare dalla bellissima Luciana Borel e dal suo inquietante amico Boris Williams, che sembra esercitare su Luciana uno strano potere.
Sarà lui con i suoi poteri a trasformare Luciana in Belfagor e a spingerla al suicidio finale.
Tra gli interpreti compaiono René Dary nel ruolo dei commissario Menardier, Franqois Chaumette in quello del l’aristocratico russo Boris Williams, Madame Sylvie nella parte di Lady Hodwyn e la giovane coppia formata da Christine Delaroche e Yves Renier, nei panni di Colette, figlia dei commissario, e Andrea Bellegarde.
venerdì 3 giugno 2011
Ricordi da....Fantascienza
Spazio 1999 era una serie televisiva italo-britannica di fantascienza ideata nel 1973 dalla coppia Gerry e Sylvia Anderson.
Ma non fa in tempo a intervenire: il 13 settembre le scorie provocheranno una tremenda esplosione, così violenta da provocare l’uscita della Luna dall’orbita terrestre.
La prima stagione di Spazio 1999 fu realizzata tra la fine del 1973 e l’inizio del 1975 mentre la seconda tra il 1976 e il 1977.
Furono realizzati 24 episodi per stagione, per un totale di 48.
Era in progetto una terza stagione, ma con la caduta dell’indice di gradimento, unita a un disinteresse degli sponsor e della distribuzione, la serie si interruppe.
Il 9 settembre 1999 il comandante John Koenig prende il comando della base lunare Alpha, un’installazione creata per scopi di ricerca scientifica nello spazio.
È avvertito del fatto che vi sono scorie nucleari instabili nella faccia opposta della Luna, quella nascosta alla Terra.
Ma non fa in tempo a intervenire: il 13 settembre le scorie provocheranno una tremenda esplosione, così violenta da provocare l’uscita della Luna dall’orbita terrestre.
Il satellite inizia così un girovagare nel sistema solare e anche oltre, e nel corso di questo andare senza meta l’equipaggio della base verrà a contatto con civiltà aliene più o meno ostili, forme di vita insolite, e non mancherà talora qualche riflessione sul senso ultimo della vita.
Ad affiancare il comandante Koenig (Martin Landau) la dottoressa Helena Russell (Barbara Bain), capo dello staff medico.
L’australiano Alan Carter (Nick Tate) è il leale comandante della flotta di Aquile: al momento dell’esplosione si trova in volo tra la Terra e la Luna e potrebbe tornare sulla Terra, ma preferisce seguire la sorte dei suoi compagni di base; lo scozzese Paul Morrow (Prentis Hancock) è il vice comandante della base e addetto alle telecomunicazioni che nella seconda serie sarà sostituito da Toni Verdeschi (Tony Anholt).
Infine il dottor Victor Bergman (Barry Morse), uno studioso e scienziato che si trova sulla base per esaminare e studiare le nuove scoperte fatte dal personale di ricerca sulla Luna.
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