Tra noi ragazzini degli anni '70 il Subbuteo era un vero e proprio "must" e ci si organizzava in appassionanti tornei.
Il Subbuteo era un gioco da tavolo nel quale veniva riprodotto, in miniatura, il gioco del calcio.
Nacque in Gran Bretagna nel 1947 da un'idea dell'ornitologo Peter Adolph che riprendeva, però, quella di un gioco già esistente dagli anni trenta, il New Footy, creato da W.L. Keelings.
Come nel gioco del calcio vero e proprio, le squadre erano composte da undici giocatori.
I giocatori erano rappresentati da figurini in plastica che riproducevano le fattezze di giocatori di calcio ed erano appoggiati ad una basetta semisferica appesantita da una piccola zavorra che permetteva - toccandoli con le dita - di spostarli e di calciare una sfera in plastica (rappresentante il pallone di calcio) e inoltre abbassando il baricentro della figurina, di mantenerli in piedi al termine dell'azione.
Il portiere (generalmente riprodotto in posizione di parata) veniva invece manovrato dal giocatore per mezzo di un'apposita asticella.
Le regole erano derivate da quelle del calcio ed il gioco vantava milioni di appassionati di ogni età in ogni parte del mondo.
Originariamente le divise dei calciatorini erano dipinte a mano e molti giocatori le personalizzavano aggiungendo numeri e particolari tipici delle casacche ufficiali.
Il gioco ha avuto grande diffusione anche in Italia soprattutto durante gli anni anni '70 e '80.
Nel corso degli anni '90 l'azienda produttrice del gioco (la Subbuteo Sports Games Ltd.) fu acquisita dall'azienda statunitense produttrice di giocattoli Hasbro la quale, però, nel 2000 interruppe la produzione del gioco considerandolo non più competitivo nei confronti dei nuovi videogame di argomento calcistico.
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