"Papà… Peccato non vederci più!"
L'ultima neve di primavera, è un film del 1973, diretto dal regista Raimondo Del Balzo.
Il suo grande successo di pubblico, dovuto anche ad una colonna sonora divenuta popolarissima, rilanciò il genere comunemente definito strappalacrime.
Orfano di madre, Luca vive in un collegio soffrendo la lontananza e l'apparente freddezza del padre, Roberto, avvocato di successo tutto preso dalla propria carriera e da una ragazza, Veronica, cui è unito sentimentalmente.
I timori del genitore si rivelano fondati quando il ragazzo torna a casa in occasione delle vacanze pasquali.
Ma la saggia condotta di Veronica addolcisce Luca.
Recatisi tutti e tre a godersi il mare, Luca ha però una ricaduta nel momento in cui sorprende Veronica e Roberto scambiarsi effusioni.
Per recuperare il suo affetto, il padre lo conduce in montagna, a sciare: momenti felici, fino a quando, causa una caduta, al ragazzo non viene diagnosticata una malattia mortale (la leucemia).
Riportato a casa peggiora sempre più: muore tra le braccia del padre dicendogli che, nonostante il male, questo è stato il periodo più felice della propria esistenza.
Bekim Fehmiu : Roberto
Agostina Belli : Veronica
Renato Cestiè : Luca
Nino Segurini : Bernardo
Margherita Horowitz : Mariolina
Margherita Melandri : Stefanella
Carla Mancini : Infermiera
martedì 31 maggio 2011
venerdì 27 maggio 2011
Ricordi da....Carosello
Sempre più in alto !!!
In cima ad alte montagne innevate e, ripreso dall'elicottero, gridava "Sempre più in alto con Grappa Bocchino!".
Lo portarono sul Cervino nel 1979 (l’elicottero per colpa del maltempo lo lasciò in vetta per tre ore e fu provvidenziale quella bottiglia di grappa, per fortuna piena a fargli compagnia).
Poi nel 1979 andò sul Rosa e nell’aprile 1980 sul Monte Bianco.
martedì 24 maggio 2011
Ricordi da....Fumetti
Billy Bis, creato da Antonino Mancuso e Loredano Ugolini nel 1966.
Ebbe anche una serie tascabile a suo nome, Billy Bis Super, che uscì tra il 1972 e il 1976, ristampando dapprima le storie dell'Intrepido, poi presentando episodi inediti.
Il protagonista era un affascinante agente segreto delle Nazioni Unite che circolava su un'Isotta Fraschini e agiva in modo piuttosto disinvolto per risolvere le missioni che gli erano affidate in giro per il mondo.
Pur fidanzato con la collega Dorothy Matson, non era insensibile al fascino delle belle ragazze, tra cui l'ambigua avventuriera Gegia Miranda.
A Billy Bis spesso spettò l'onore della storia d'apertura dell'Intrepido e fu pubblicato fino al 1986.
mercoledì 18 maggio 2011
Ricordi da....Giocare
Tra noi ragazzini degli anni '70 il Subbuteo era un vero e proprio "must" e ci si organizzava in appassionanti tornei.
Il Subbuteo era un gioco da tavolo nel quale veniva riprodotto, in miniatura, il gioco del calcio.
Nacque in Gran Bretagna nel 1947 da un'idea dell'ornitologo Peter Adolph che riprendeva, però, quella di un gioco già esistente dagli anni trenta, il New Footy, creato da W.L. Keelings.
Come nel gioco del calcio vero e proprio, le squadre erano composte da undici giocatori.
I giocatori erano rappresentati da figurini in plastica che riproducevano le fattezze di giocatori di calcio ed erano appoggiati ad una basetta semisferica appesantita da una piccola zavorra che permetteva - toccandoli con le dita - di spostarli e di calciare una sfera in plastica (rappresentante il pallone di calcio) e inoltre abbassando il baricentro della figurina, di mantenerli in piedi al termine dell'azione.
Il portiere (generalmente riprodotto in posizione di parata) veniva invece manovrato dal giocatore per mezzo di un'apposita asticella.
Le regole erano derivate da quelle del calcio ed il gioco vantava milioni di appassionati di ogni età in ogni parte del mondo.
Originariamente le divise dei calciatorini erano dipinte a mano e molti giocatori le personalizzavano aggiungendo numeri e particolari tipici delle casacche ufficiali.
Il gioco ha avuto grande diffusione anche in Italia soprattutto durante gli anni anni '70 e '80.
Nel corso degli anni '90 l'azienda produttrice del gioco (la Subbuteo Sports Games Ltd.) fu acquisita dall'azienda statunitense produttrice di giocattoli Hasbro la quale, però, nel 2000 interruppe la produzione del gioco considerandolo non più competitivo nei confronti dei nuovi videogame di argomento calcistico.
venerdì 6 maggio 2011
Ricordi da....Mangiare
Le Zigulì erano caramelle zuccherate alla frutta create dalla Falqui negli anni sessanta.
Il nome derivava dalla Lada-Vaz Zhiguli, un'automobile russa il cui nome piacque all'inventore delle caramelle, famoso per essere un grande appassionato di auto.
Erano disponibili ai seguenti gusti: albicocca, amarena, arancia, banana, fragola, limone, liquirizia, mandarino, mirtillo, pesca e sono ancora oggi in commercio in farmacia con una gamma di gusti un po’ più ampia.
La Falqui , casa produttrice delle Zigulì, all'epoca lanciò dei concorsi per la ricerca delle rime da usare nelle campagne pubblicitarie e le più famose erano:
Zigulì all'amarena sfidi il toro nell'arena, olè!
Zigulì alla fragola e vivi come in una favola!
Zigulì alla liquirizia e ti cresce la furbizia!
Zigulì al limone e vai in gita col gommone!
Negli anni 70/80 era molto frequente trovare nell'ultima pagina di Topolino, alcune delle pubblicità della caramella.
mercoledì 4 maggio 2011
Ricordi da....Bar
Quante partite!
La microguida era un gioco con il volante e due pedali.
Il volante si muoveva come un vero volante di auto, invece i pedali alzavano o abbassavano il pannello di gioco.
Questo movimento serviva a condurre una pallina di acciaio fino alla meta, facendola passare per vari percorsi dove lungo il tragitto si trovavano delle buche.
Si doveva fare molta attenzione e muovere i pedali e il volante con molta cautela per non far cadere dentro le buche la pallina.
C’erano anche delle macchinette che erano di ostacolo al percorso, per rendere il gioco più difficile.
La buca finale era circondata da altre buche messe come trappole.
Il premio del gioco era la pallina stessa o una biglia di vetro.
La microguida era uno dei giochi in voga negli stabilimenti balneari.
Oggi son quasi del tutto introvabili.
Peccato.
La microguida era un gioco con il volante e due pedali.
Il volante si muoveva come un vero volante di auto, invece i pedali alzavano o abbassavano il pannello di gioco.
Questo movimento serviva a condurre una pallina di acciaio fino alla meta, facendola passare per vari percorsi dove lungo il tragitto si trovavano delle buche.
Si doveva fare molta attenzione e muovere i pedali e il volante con molta cautela per non far cadere dentro le buche la pallina.
C’erano anche delle macchinette che erano di ostacolo al percorso, per rendere il gioco più difficile.
La buca finale era circondata da altre buche messe come trappole.
Il premio del gioco era la pallina stessa o una biglia di vetro.
La microguida era uno dei giochi in voga negli stabilimenti balneari.
Oggi son quasi del tutto introvabili.
Peccato.
lunedì 2 maggio 2011
Ricordi da....Cartoni
Atlas Ufo Robot, ha rappresentato l'infanzia di tutti noi.
Il 4 aprile 1978, nell'ambito del contenitore "Buonasera con… Maria Giovanna Elmi", andò in onda sulla Rete 2 un nuovo cartone animato giapponese intitolato "Atlas Ufo Robot".
Il genere e la provenienza del cartone rappresentarono una grossa novità per i telespettatori italiani dell'epoca, abituati alle classiche produzioni americane targate Hanna & Barbera, Walt Disney e Warner Bros.
Per dare un'idea del successo avuto all'epoca basti pensare che il 45 giri prodotto dalla Fonit Cetra con le sigle della prima serie, Ufo Robot , ottenne addirittura il disco d'oro, superando il milione di copie vendute e raggiunse addirittura il quarto posto nella Hit Parade (Giugno 1978).
Goldrake è il nome dell'astronave con cui il principe Duke Fleed, principe del pianeta Fleed, riesce a fuggire dal suo pianeta distrutto dal perfido imperatore Vega.
Dopo anni di peripezie nell'universo sconfinato giunge sulla Terra dove incontra il dottor Procton, capo del Centro di Ricerche Spaziali.
Anche Goldrake viene nascosto all'interno dell'Istituto, nei cui sotterranei viene costruito una sorta di enorme hangar.
Lo scienziato, dopo avergli dato il nome di Actarus, decide di proteggerlo e gli trova un lavoro presso una azienda agricola, alle dipendenze di Rigel.
Un brutto giorno l'imperatore di Vega decide di conquistare il pianeta Terra.
Actarus, memore della protezione offerta dal dottor Procton ed estremamente riconoscente nei suoi confronti e nei confronti dell'umanità in genere, decide di uscire allo scoperto e di combattere i mostri di Vega utilizzando la sua astronave Goldrake.
Ad aiutarlo c'è il giovane Alcor il quale pilota un disco volante di sua progettazione e costruzione.
Le armi a disposizione di Goldrake sono le più fantasiose e potenti: si va dalle lame rotanti ai missili perforanti, dalla pioggia di fuoco ai boomerang elettronici, dall'alabarda spaziale al maglio perforante, dai disintegratori paralleli ai missili digitali.
Dopo numerosissime battaglie Actarus riesce a sconfiggere l'esercito di Vega, libera la galassia dal suo oppressore e torna trionfante sul suo pianeta di origine a bordo del suo inseparabile e fiammante Goldrake.
Atlas Ufo Robot aveva delle caratteristiche molto particolari per il pubblico televisivo degli anni '70: fra le tante novità era il primo cartone animato proveniente dal lontano Giappone e faceva sfoggio di colori sfavillanti (la Rai aveva iniziato le trasmissioni a colori da poco più di un anno).
Un'altro aspetto significativo relativo alla produzione di questo cartone animato e che appariva in quegli anni un qualcosa di fantascientifico era l'utilizzo del computer.
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